« Ici Paris » par Luca Civelli dans Musica Jazz (Mars 2013)

Si scrive con la chiocciolina ma non è un indirizzo email. Al di là della particolarità grafica, jazz@home è semmai a una serie di concerti scoperta per caso lo scorso aprile, in occasione del passaggio parigino dei Sun Rooms di Jason Adasiewicz. In quell’occasione, l’appuntamento era fissato all’atelier Polonceau nel XVIII arrondissement, «base del collettivo Umlaut», come ci racconta Bertrand Gastaut, ideatore dei concerti a casa. «Organizzai la prima serata nell’appartamento di mia sorella assieme al poeta newyorkese Steve Dalachinsky, a sua moglie Yoko Otomo, anch’ella artista e poeta, a Benjamin Duboc al contrabbasso e a Didier Lasserre alla batteria. Allora non potevo immaginare che quel primo “concerto” avrebbe inaugurato una serie di incontri, un rendez-vous regolare», di cui si approssima il cinquantesimo appuntamento (jazzathome.fr offre video e dettagli di ciascuno).
Il sottobosco che li frequenta riflette in pieno gli orientamaneti del proprio organizzatore. Educato al jazz dai vinili del padre, illuminato dal Coltrane di marca Impulse! e dall’Albert Ayler di «Spirits Rejoice», «In Greenwich Village», «Nuits de la Fondation Maeght», Gastaut è un attivo sostenitore del movimento free e delle musiche improvvisate, «scoperte più tardi, seguendo il percorso della coppia Duboc-Lasserre. Mi sono presto reso conto che quei due andavono verso altri territori: più intimistici, minimalisti, che comportavano un lavoro sul suono…».

Nel giardino dell’albero nero – «Pourtant les cimes des arbres» è arrivatoalla prima ristampa. Le vendite di «Encorps» hanno superato le diverse centinaia e non registrano cali. Ambedue i dischi hanno fatto incetta di riconoscimenti a destra e a manca. Gastaut può dirsi soddisfatto delle prime uscite marchiate Dark Tree, etichetta davvero indie fiorita nel rigoglioso giardino di jazz@home: «L’idea di fondare una casa discografica risale a molto tempo fa, probabilmente a quando mi resi conto che non sarei mai diventato un grande musicista. I concerti di jazz@home hanno certamente contribuito a trasformare quell’idea in realtà».
Registrato nell’agosto del 2010, «Pourtant les cimes des arbres» è il primo frutto dell’albero nero. Gastaut associa Daunik Lazro, qui al sassofono baritono, ai beneamati Duboc-Lasserre, riportando di fatto un portaparola del free francese alla dimensione del trio. «En corps» è invece un piano trio tradizionale solo nella forma: «Penso di aver rischiato di più producendo “Pourtant…” che “En corps”. Daunik, Benjamin e Didier si conoscevano già ma non avevano mai suonato in trio. Il loro primo incontro con questa formazione è avvenuto in studio, davanti ai microfoni».

E il prossimo disco? «Si tratta di un duo», continua Gastaut, «tra Dalachinsky e Joëlle Léandre, registrato a Parigi lo scorso maggio. Mi piace poi ricordare che il nome dell’etichetta, Dark Tree, è un omaggio a Horace Tapscott, il pianista che scoprii nel 1995 mentre era in tournée con Sonny Simmons, James Lewis e John Betsch». La presentazione di «En corps» è recensita su musicajazz.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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